Franz Kafka: 3 libri “must have” a cento anni dalla morte
“Era steso sul dorso, duro come una corazza… “Cosa mi è successo?” pensò. Non era un sogno…”
Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia un mattino dopo sogni inquieti e si ritrova trasformato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti famigliari e sociali, l’oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l’autore elabora la trama dell’uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all’insignificanza. Come scrive Luigi Forte nella sua introduzione: “Dietro l’icona dell’insetto si nasconde l’abnegazione del figlio disposto a sacrificarsi, ma soprattutto la sua implacabile denuncia: essere costretto a denigrarsi, rimpicciolirsi, scomparire di fronte al potere illimitato“.
“LA METAMORFOSI”
Di Franz Kafka
Traduzione di Enrico Ganni, introduzione a cura di Luigi Forte
Einaudi
74 pagine
9 euro
Scritto intorno al 1922 e pubblicato postumo da Max Brod nel 1926, “Il Castello” è l’ultimo romanzo di Franz Kafka. L’agrimensore K., “emergendo da un vuoto di antefatti o di preistoria personale simile a un banco di nebbia“, come scrive Italo Alighiero Chiusano nell’introduzione, arriva in un villaggio sormontato da un castello. K. è lì per esercitare la propria professione, ma ciò gli è impedito dall’ostilità degli abitanti e dagli ostacoli frapposti dalla burocrazia del Castello, sfuggente e inafferrabile per la sua meticolosa e arbitraria complessità. Il romanzo, che s’interrompe proprio nel momento in cui maggiori sembrano le difficoltà di K., doveva concludersi, secondo Brod, con una parziale vittoria dell’agrimensore, lasciando così intravedere uno spiraglio di speranza.
“IL CASTELLO”
Di Franz Kafka
Introduzione di Italo Alighiero Chiusano
Traduzione di Giuseppe Porzi
Newton Compton
288 pagine
9,90 euro
“Ciò che distingue “Il Processo” e “Il Castello” è che, dalla prima all’ultima riga, si svolgono sulla soglia del mondo ulteriore che si sospetta implicito in questo mondo. Mai quella soglia era stata una linea tanto sottile, che si incontra ovunque. Mai quei due mondi si erano tanto avvicinati, sino a dare l’impressione terrorizzante di combaciare. Di quel mondo ulteriore non sappiamo dire con sicurezza se sia buono o malvagio, celeste o infernale. L’unica evidenza è qualcosa che si impone e ci avvolge“. – Roberto Calasso
“IL PROCESSO”
Di Franz Kafka
A cura, e con un saggio, di Giorgio Zampa
In copertina, disegno di Franz Kafka tratto dallo “Schwarzes Notizbuch” (1923). The National Library of Israel, Max Brod Archive, Gerusalemme
Gli Adelphi
329 pagine
10 euro