20 anni di Fondazione Nicola Trussardi
Un’avventura che ha seguito diverse direzioni, sulla strada dell’arte e della cultura: la Fondazione Nicola Trussardi venne istituita a Milano nel 1996, quindi, nel 2003 la decisione, fortemente voluta dalla presidente Beatrice Trussardi e dal Direttore artistico Massimiliano Gioni, di aprirsi a nuove possibilità, avviando un ciclo di interventi diffusi in città.
Vent’anni sono passati da quando la Fondazione sbalordiva i passanti della Galleria Vittorio Emanuele di Milano facendo erompere dal pavimento dell’Ottagono la roulotte di Elmgreen & Dragset. Era il 2003. L’anno dopo, i bambini-fantocci di Maurizio Cattelan appesi alla grande quercia di piazza XXIV Maggio e poi, ogni anno in luogo diverso e segreto, spesso ignoto agli stessi milanesi, il nuovo progetto di un nuovo artista (da Paola Pivi a Pawel Althamer e Tino Sehgal, da Fischli e Weiss a Tacita Dean, Paul McCarthy, Pipilotti Rist, Allora&Calzadilla, da Agnes Denes a Sarah Lucas, Jeremy Deller, Ibrahim Mahama, Ragnar Kjartansson, Nari Ward e altri ancora).
In questo ventesimo anniversario della Fondazione va in scena l’intervento di Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985, vive e lavora a Milano). La sede è sorprendente, è il Teatro Gerolamo in piazza Beccaria, un teatrino progettato nell’800 da Giuseppe Mengoni (l’architetto della Galleria Vittorio Emanuele) e definito per la sua eleganza «la piccola Scala», dove fino al 1957 si tenevano gli spettacoli di burattini dei Fratelli Colla, poi chiuso e rilanciato con stagioni di prosa, fino alla chiusura per ragioni di sicurezza. Restaurato e riaperto, ospita dal 5 al 30 giugno i misteriosi «drammi da camera» messi in scena dall’artista lombardo, in cui pupazzi, bambini, creature verosimili ma con evidenza non reali, chiusi in micromondi in «scatola», alla Joseph Cornell, si muovono con disagio in una realtà postumana, come schiacciati da dubbi inquietanti e forzati a muoversi in circolo, replicando gesti e posture in una sorta di coazione a ripetere. Film, video, installazioni e sculture sono i linguaggi prediletti di Diego Marcon, che gli hanno guadagnato premi e presenze in istituzioni internazionali dedicate tanto all’arte visiva quanto al cinema. Le prossime tappe saranno due personali alla Kunsthalle di Basilea («Have You Checked the Children», da fine ottobre ’23 a gennaio ’24) e al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato («Glassa», dal prossimo settembre a febbraio ’24).
L’occasione sarà dunque buona anche per scoprire uno spazio storico di Milano-